La meditazione: cosa è e come farla
La meditazione, o orazione mentale,
secondo P. Royo Marin (O.P.)
Natura:
- Applicazione ragionata: elemento caratteristico rispetto alle altre preghiere;
- ad una verità soprannaturale: inteso in senso molto esteso (testo della Scrittura, un episodio della vita di Gestione o della vita di qualche santo, libro spirituale, qualche Verità teologica, formula catechetica o liturgica, ecc;
- per averne una convinzione sempre più profonda: finalità intellettiva e affettiva;
- quindi amarla: la volontà si sforzi di amare la verità che l’intelletto presenta elaborata;
- e praticarla con l’aiuto della grazia: ogni meditazione ben fatta deve terminare con un proposito energico di mettere in pratica la verità o il mistero che abbiamo considerato e con una preghiera a Dio per poterlo adempiere (senza di Lui non possiamo fare assolutamente nulla).
Importanza e necessità
a) È importante per salvarsi, perché è incompatibile con il peccato (quando si medita alla fine si lascia il peccato)
b) è assolutamente necessaria per l’anima che aspira alla santità
Metodo
Evitare eccessive rigidità o abbandono
Il metodo ignaziano, più conosciuto e generalizzato e quello dell’applicazione delle tre potenze memoria intelletto e volontà.
(Cfr. Schema in basso)
Argomenti da meditare
Meditare gli argomenti più adatti alla condizione dell’anima.
Tempo, luogo, posizione della persona e durata
- Necessità di un tempo determinato del giorno e la scelta del momento più opportuno (es. la mattina presto, di buon’ora o la sera prima della cena).
- Si può fare in qualsiasi luogo che invita al raccoglimento e alla concertazione di spirito (la solitudine è la migliore compagna dell’orazione); per i consacrati è determinato dalle usanze della comunità (es. la cappella o il coro).
- Per il corpo conviene una posizione umile e rispettosa.
- La durata varia secondo le anime e i generi di vita: per i principianti potrebbe essere di mezz’ora per poi aumentare il tempo a misura che crescono le forze dell’anima.
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Metodo di orazione mentale di S. Ignazio di Loyola
I. Preparazione e preludi.
- Atto di fede nella presenza di Dio e di umile riverenza.
- Orazione preparatoria generale per chiedere la grazia di fare bene la meditazione.
- Primo preludio: composizione di luogo (esercizio dell'immaginazione).
- Secondo preludio: petizione della grazia speciale che si vuole ricavare dalla meditazione.
II. Corpo della meditazione o esercizio delle potenze.
- La memoria: che ricorda il fatto o l'assunto con le sue varie circostanze.
2. L'intelletto che esamina
1) Che cosa devo considerare riguardo a questa materia?
2) Quali deduzioni devo trarre per la mia vita?
3) Quali motivi ho per fare questo?
4) Come mi sono comportato finora su questo punto?
5) Come devo comportarmi d'ora innanzi ?
6) Quali difficoltà dovrò vincere?
7) Quali mezzi dovrò usare per riuscirvi?
1) Che eccita tutte le altre potenze a pregare.
2) Che prorompe in affetti durante tutto il tempo dell'orazione, specialmente al termine.
3) Che formula propositi pratici, concreti, energici, umili e fiduciosi.
III. Conclusione
- Colloqui: con Dio Padre, Gesù Cristo, la SS. Vergine e i santi.
2. Esame:
1) Come ho fatto la meditazione?
2) A che cosa è dovuto l'averla fatta bene o male?
3) Quale deduzione pratica ho ricavato, quali petizioni ho fatto, quali risoluzioni ho preso, quali luci ho ricevuto?
4) Scegliere un pensiero come « mazzetto spirituale» per ricordarlo durante il giorno.
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(sintesi da Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, Ed. Paoline, Roma 1960, pp. 784-800)
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