La Pastorale d'insieme di Alvaro Granados
PASTORALE D’INSIEME
Interessante è la riflessione suscitata attorno alla cosiddetta Pastorale d’insieme .
La pubblicazione, nel 1943, del volume Francia, paese di missione? segnava una svolta epocale nella pastorale e nella teologia pastorale. I suoi autori, H. Godin e Y. Daniel, lanciarono un grido d’allarme contro l’avanzamento della secolarizzazione, provocando, infine, una forte reazione da parte della gerarchia. Applicando il metodo dell’indagine statistica, i due studiosi dimostrarono che la cristianità omogenea della Francia si stava disgregando e che “ la primogenita della Chiesa ” era diventata un Paese di primo annuncio del Vangelo (oggi sappiamo con certezza che di fatto, il fenomeno era già drammaticamente reale in tutta Europa da almeno due secoli ) .
Evidenziarono, inoltre, l’inadeguatezza delle strutture pastorali tradizionali e, in particolare, della parrocchia territoriale. I mutamenti sociali (concentrazione nelle grandi città, condizioni di lavoro dislocazione delle scuole, migrazioni interne ecc. ) rendevano inefficace una pastorale pensata in termini territoriali perché la comunità – e , quindi ,anche il singolo – si era slegata dal territorio.
L’intuizione fondamentale dei due giovani preti francesi è che per rendere efficace l’azione della Chiesa occorre pensarla in funzione non del territorio, ma del milieu, ossia “ dell’ambiente ” o “ zona umana ”. Se infatti in passato era stato il territorio, adesso è il milieu (la fabbrica, la scuola, l’ospedale, l’ufficio, ecc. ) a condizionare realmente la vita della gente. Il milieu comporta una presenza prolungata e implica l’instaurarsi di relazioni, di rapporti vincolanti e di dinamiche eterogenee che influenzano lo stile di vita e il modo di pensare delle persone. Godin e Daniel propongono dunque una pastorale du milieu o d’ensamble ( tradotto in italiano con “pastorale d’insieme” o “pastorale organica” ), ossia una pastorale non più pensata in termini di circoscrizione territoriale, ma basata sulla “ zona umana ”, sull’ambiente di vita (pastorale operaia, pastorale sanitaria, pastorale scolastica).
La proposta dei due autori ebbe un impatto enorme sulla pastorale della Chiesa. La focalizzazione sul milieu, infatti, rappresenta molto più che una semplice occasione per adattare la pastorale alla mutata realtà in tempi difficili: essa consente di capire che il dato storico antropologico è interno e costitutivo della riflessione pastorale, non successivo. Non si possono, in altre parole, elaborare preventivamente linee pastorali ideali da adattare alle diverse situazioni che, di volta in volta si presentano, ma sono le diverse situazioni che, entrandone per così dire a far parte, suggeriscono le linee pastorali da adottare. La pastorale viene, dunque, determinata nella sua impostazione, nelle sue scelte fondamentali, dal rapporto con il contesto .
Nella pastorale il dato dottrinale, il dato di fede , va fatto “ incontrare ” con il dato storico e antropologico .
Un’ultima precisazione: nell’espressione “ pastorale d’insieme ” il termine insieme indica la necessità di coinvolgere più persone nell’azione pastorale; un solo individuo – nella fattispecie , il parroco – non ha competenze sufficienti per comprendere il milieu. La pastorale deve essere “ lavoro d’equipe ”, lavoro portato avanti da un “ soggetto plurale ”. Quest’intuizione trova la sua cassa di risonanza nei fermenti dei movimenti di rivalutazione del laicato che attraversano tutto il XX secolo e nella progressiva riscoperta della chiamata di tutti i fedeli a partecipare alla missione della Chiesa.
(Alvaro Granados ‘La casa costruita sulla sabbia. Manuale di teologia pastorale’, Ed. Edusc, Roma 2022, pp. 40 - 42)
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